L'incontro e' stato tenuto da don Marco Barcaro sempre sul tema della fede, sottolineando in particolare alcuni atteggiamenti e presupposti visti come necessari per aprirsi alla fede, oppure lasciarla da parte.
Il primo brano a cui abbiamo fatto riferimento e' quello della Samaritana. Il desiderio dell'acqua della donna riflette un desiderio piu' grande, che potremmo sintetizzare con le domande: che cosa ci manca veramente? non ci basta la vita che ci siamo fatti con le nostre mani? Anche la fede infatti va desiderata e cercata.
Dio fa poi un dono alla donna: Gesu' infatti la riporta ad una verita' piu' profonda di se' stessa, la invita a riprendere sul serio in mano la propria vita. Ed anche la fede e' un dono che viene da Dio.
Quante volte siamo anche noi come la samaritana; quante volte cerchiamo qualcosa e ci sentiamo frustrati perche' le risposte che otteniamo non placano la nostra sete, ci fanno ancora sentire mancanti di qualcosa. Questa e' la molla che spinge a cercare e desiderare un nuovo modo di esistere. Gesu' non distrugge la sete, ma la modifica, indicando quale e' la via giusta.
Questa sete di ricerca e questo porsi domande sono alla base della nostra vita; probabilmente la poverta' spirituale che si avverte nella societa' e' proprio dovuta alla mancanza di volonta' di porsi delle domande, alla mancanza di desideri intensi per cui vivere. Gesu' viene infatti spesso indicato come il maestro del desiderio. E la fede vera non ci fa certo tornare a sorgenti che non dissetano.
Il secondo brano e' tratto dal Vangelo di Luca, capitolo 17, 11-19, il racconto dei dieci lebbrosi guariti, in cui solo uno torna indietro da Gesu' per ringraziare. Se nella vita e' importante andare avanti, a volte e' altrettanto importante soffermarsi sul passato, su quello che e' accaduto per capire meglio. La fede diventa quindi stupore per un dono inaspettato e grande, da cui nasce il desiderio di ringraziare. Spesso la riconoscenza per quanto ricevuto non e' scontata, soprattutto in un'epoca in cui si tende a rapportarsi alla vita in termini utilitaristici, svuotando la realta' del suo significato.
Un altro punto fondamentale e' che la fede non si puo' presuppore e dare per scontata, ma va vissuta in prima persona, va ripensata e testimoniata in termini sempre nuovi. Questo non vale solo per annunciare il Vangelo a chi non crede, ma anche per chi e' gia' credente; la dimensione del dubbio e del non credente infatti fa parte di ogni uomo.
Spesso la difficolta' che si riscontra e' quella di far vivere un'esperienza reale e pratica di fede. Uno degli scogli che piu' si notano nell'avvicinamento ad essa e' infatti rappresentato dal dogmatismo e dall'intellettualismo, che rimangono dei vuoti formalismi finche' non si e' sperimentata veramente.
Scritto da nicolo il marzo 06 2008 18 :42:31