Verifica di fine anno
Mercoledì 12 giugno 2013, ore 18:30
Abbiamo aperto l’incontro direttamente con il confronto sull’andamento generale dell’anno, sia stimolati sia autonomi dalle domande e dagli spunti di riflessione proposti da Chiara T. e Marco F.
Si è osservato che quello di Padova è un gruppo rinnovato, che quest’anno ha manifestato un notevole coinvolgimento. Il gruppo è ricco e variegato e risponde all’esigenza di condividere la propria esperienza, di completarla e di confrontarla ad opinioni diverse. L’ingresso di nuove persone e lo slancio con cui si è intrapreso il percorso hanno sorpreso le aspettative e c’è la volontà di investire, proseguire con l’impegno, appassionandosi e sentendosi liberi nel farlo, aspetti che sono motivo della riuscita della partecipazione. La motivazione personale infatti spinge ad aderire attivamente al progetto ed è importante preservarla. Il progressivo avvicinamento di ciascuno al gruppo è nato dalla fiducia che si è riposta negli altri e al tentativo di comprensione del percorso dei temi. Da questo però non scaturisce un diretto invito degli altri all’interno del gruppo, ma piuttosto una descrizione all’esterno delle attività. Non si vuole essere pubblicitari, ma aperti alla possibilità dell’interesse individuale anche di qualcun altro alla FUCI. Questo chiaramente non deve escludere la volontà di invitare, secondo proprio sentimento, qualcuno di nuovo. Il pregiudizio può essere fonte di ostacolo, bisogna essere convinti che l’esperienza è formativa e valida, saperlo comunicare senza invadenza ma con condivisione, proponendo il percorso a persone, le quali potrebbero essere interessate. D’altronde la motivazione all’adesione al gruppo scaturisce nella persona dopo aver ricevuto accoglienza e dopo aver visto l’ambiente di discussione libero e arricchente per le opinioni di ciascuno e tanti hanno ringraziato per averlo trovato, entrando a far parte del gruppo gradualmente e facendosi coinvolgere. Coltivare un rapporto in crescita, diventare amici, conoscersi a fondo sono fondamento anche di un impegno coinvolto e in miglioramento, anche nella prospettiva del lavoro che ci aspetta al congresso, della crescita della complicità, della reciproca conoscenza. L’impegno in altre attività porta anche alla presenza minore di alcuni membri, i quali fanno il possibile per esserci secondo le loro possibilità e le occasioni ed attività esterne al gruppo in quest’ottica sono ulteriori stimoli. A partire dalle spontanee partecipazioni alla messa e alla preghiera, dalla veglia di Taizè alla Via Crucis, dalle cene alle conferenze, dalla vita della diocesi a quella in centro universitario, gli appuntamenti al di fuori dell’impegno dei percorsi hanno arricchito i temi trattati, coeso il gruppo, dato spunti di riflessione personali: è fondamentale preservarli per stare insieme, conoscersi e farsi conoscere. Partecipare in tanti ai grandi eventi unisce il gruppo e dà alla federazione una spinta maggiore. Gli incontri regionali hanno avuto grande partecipazione, ma la gestione è stata per lo più amministrativa e non tematica: si deve cercare di incentivare il rapporto tra le varie sedi e creare un dialogo maggiore. Fondamentale per il suo mantenimento è stato il ruolo dei rappresentanti, incaricati regionali, nazionali e presidenti. Anche per quanto riguarda gli appuntamenti Nazionali, ottimo è stato il riscontro del Congresso a Rimini e bisogna conservare l’entusiasmo per il prossimo incontro a Padova, anche con un impegno estivo a questo fine. Naturalmente il gruppo ha un suo percorso e non dovrà farsi influenzare dall’organizzazione, per non perdere la complicità e il legame. Sarà un periodo intenso, difficile e di reciproca conoscenza. Il lavoro grande che c’è stato da parte di tutti è effetto all’esterno della forza trainante del gruppo e della motivazione con cui si è investito in esso. La proposta dell’evento pubblico deve essere specchio di questa energia e deve essere un modo per portare in città la presenza fucina, per prendere il posto che le è dato, per coinvolgere le persone che abitano e vivono a Padova. La partecipazione degli studenti può migliorare in questo senso: estendendosi meglio alle esigenze del posto, a includere gente che vive a Padova e non solo qui per il percorso universitario.
Il progetto della FUCI è caratterizzato dall’esistenza di questo percorso, che è un cammino di qualità, non casuale e fondante la federazione. I temi che vengono affrontati arricchiscono la persona e in particolare quelli di quest’anno sono stati molto belli e pieni: la legalità, con tutte le sue sfaccettature, per la prima parte vista nell’aspetto storico, giuridico, politico, per la seconda parte nell’aspetto sociale e spirituale, è stata l’argomento socio politico scelto, mentre le lezioni di Camaldoli di Salmann hanno caratterizzato per gran parte il tema spirituale, a cui è stato affiancato il libro di Ardusso. Le difficoltà sui temi sono soprattutto sull’immaginario complessivo del percorso: è difficile immaginare intuitivamente una struttura pre-organizzata all’inizio dell’anno e per questo nel socio politico individuare un filo conduttore è stato un lavoro autonomo tanto necessario, quanto a volte non riuscito. Ciò è pure dovuto al fatto che non c’è un’analisi del tema che deve riportare ad un centro argomentativo, ma deve essere trovato da soli, cogliendo anche ciò che ciascuno percepisce dai relatori. Il motivo di questo è stata, per mancanza di tempo, anche la poca condivisione delle impressioni dopo gli interventi degli esperti, perché ogni relatore ha tenuto la sua testimonianza, ma non sempre sono state raccolte le opinioni tra di noi sull’incontro con ciascuno degli invitati: è emerso che non tutti si sono attenuti alle domande proposte, che gli argomenti affrontati a volte sono andati al di fuori delle aspettative e che per questo possono sia non aver risposto al tema in questione, sia aver donato aspetti completamente nuovi e belli in sé, informazioni interessanti che fanno nascere domande stimolanti . Il filo rosso complessivo è stato personale e può essere visto alla luce dell’organizzazione degli incontri e alla fine di questi; non è stato oggetto di confronto e il fatto che ciascun relatore abbia gestito senza schemi rigidi il proprio intervento ha forse creato in alcuni confusione. Questa specie di dispersione è stata riscontrata da alcuni anche nelle bellissime lezioni di Salmann, i cui argomenti hanno riferimenti molto vasti ad ogni aspetto della cultura e sono densi di spunti, tanto che a volte il discorso sembra perdere la sua forma. Si è manifestata l’esigenza di maggiore dialogo anche tra i membri, che, per complessità e per tempo, non sempre hanno potuto prepararsi all’incontro o voluto esprimere la propria opinione in merito. Per avere un momento di confronto maggiore si è pensato di riorganizzare il momento spirituale: le registrazioni e i testi devono essere alla portata del tempo esiguo che il gruppo ha a disposizione. A proposito della gestione si è proposto di dedicare al tema spirituale più incontri, perché risponde meglio alle esigenze dei membri e regala una profondità ed entusiasmo, e si è riflettuto anche di come pregare insieme: la preghiera è fondamentale e non può essere confinata agli estremi e il momento da dedicarle deve essere indipendente dalle attività organizzate. Si è proposto di aggiungere alle riflessioni sul Vangelo anche dei momenti più spirituali, fatti di canto e preghiera insieme.
Il tema universitario è stato trascurato e in particolare si è manifestata l’esigenza di confrontarsi maggiormente sul percorso studi personale, sulle difficoltà nell’ambiente universitario. Abitualmente il tema universitario presenta due possibili orientamenti: quello interdisciplinare, sul modo di studiare e sull’appassionamento allo studio, quello globale, sul modo di guardare l’università, sulla consapevolezza dell’organizzazione e di quello che vi accade e sul compito della partecipazione. Nei momenti più liberi, di condivisione e ludici è emersa l’esigenza di un maggiore confronto dal punto di vista individuale circa l’università e le proprie esperienze nello studio. I temi socio-politico e spirituale completano la persona, le danno un punto di vista più aperto dell’interesse al proprio studio soltanto, la fanno uscire dal ritmo universitario; in più adesso si vuole comunicare le proprie conoscenze nell’ottica di un dialogo. Come per alcuni, nell’ambito umanitario, è bello ritrovarsi negli argomenti trattati con i temi, sarebbe bello poter condividere alcuni aspetti di ciascun percorso di studi. Un’idea quindi per l’anno prossimo sarebbe quella di fare degli incontri dedicati, nel tema universitario, alle singole facoltà e competenze di ciascuno. Forte è l’esigenza di portare la parte scientifica a condivisione, a non vederla confinata a se stessa, ma renderla dilettevole, interessante, arricchente, come può esserlo una umanistica.
Con questo non si vuole distinguere tra le materie, poiché l’uomo è riassunto dei vari sguardi che ha sulla realtà. Non si vuole essere effetto dell’assolutizzazione della ragione umana. Bisogna curarsi dell’interiorità, abbiamo bisogno di discorsi concreti, crediamo nella verità della nostra vita in tutti i suoi aspetti, non c’è astrattismo nella condivisione di un pensiero. Anche all’interno della Chiesa stanno cambiando molti aspetti: sembra che una nuova primavera ne stia cambiando il modo di viverla e la sta mettendo in difficoltà, ma “Se tutto ciò non è facile, è segno di grazia”. Il tema che la guida è la fede oggi: la spiritualità che può nascere da ciascuno, dalle persone più impensate, apre l’orizzonte e abbatte la pretesa di possesso e dell’autosufficienza. “Camminare con la Chiesa è un dono” , non si può sostituire Dio con la propria bravura, bisogna umilmente allargare la propria visione, per poter intercalare la Chiesa nella società. L’immiserimento spirituale e la disumanizzazione di questa devono essere conosciuti perché ci si possa immergere, senza però avere la pretesa, con le conoscenze, di cambiarla. La durezza può essere affrontata solo con le esperienze spirituali, perché esse nutrono la vita. La conversione del cuore non deve essere seppellita dalle conoscenze e può essere fatto mettendosi sempre in discussione. Non bisogna chiudersi in se stessi, l’errore di bastarsi e di evitare uno scambio è grande. Interiorizzare non è accettazione pura di questa modernità, ma è cercare in profondità fino a capire cosa manca. Siamo responsabili per primi del comportamento che gli altri hanno nei nostri confronti e per questo bisogna lasciare spazio al che la vita altrui si sviluppi accanto alla nostra. Con questo però bisogna ricordarsi che la chiesa cambia con noi, che bisogna amare, “Servire e servirsi della Chiesa”, la quale non teme chi se ne serve, perché è nata per donarsi.
Infine la verifica, che è stata “momento di verità per restituire il proprio vissuto”, si è conclusa con alcune informazioni circa le scadenze per i bandi per le borse dell’università per i progetti e la preghiera insieme della Compieta.
Mercoledì 12 giugno 2013, ore 18:30
Abbiamo aperto l’incontro direttamente con il confronto sull’andamento generale dell’anno, sia stimolati sia autonomi dalle domande e dagli spunti di riflessione proposti da Chiara T. e Marco F.
Si è osservato che quello di Padova è un gruppo rinnovato, che quest’anno ha manifestato un notevole coinvolgimento. Il gruppo è ricco e variegato e risponde all’esigenza di condividere la propria esperienza, di completarla e di confrontarla ad opinioni diverse. L’ingresso di nuove persone e lo slancio con cui si è intrapreso il percorso hanno sorpreso le aspettative e c’è la volontà di investire, proseguire con l’impegno, appassionandosi e sentendosi liberi nel farlo, aspetti che sono motivo della riuscita della partecipazione. La motivazione personale infatti spinge ad aderire attivamente al progetto ed è importante preservarla. Il progressivo avvicinamento di ciascuno al gruppo è nato dalla fiducia che si è riposta negli altri e al tentativo di comprensione del percorso dei temi. Da questo però non scaturisce un diretto invito degli altri all’interno del gruppo, ma piuttosto una descrizione all’esterno delle attività. Non si vuole essere pubblicitari, ma aperti alla possibilità dell’interesse individuale anche di qualcun altro alla FUCI. Questo chiaramente non deve escludere la volontà di invitare, secondo proprio sentimento, qualcuno di nuovo. Il pregiudizio può essere fonte di ostacolo, bisogna essere convinti che l’esperienza è formativa e valida, saperlo comunicare senza invadenza ma con condivisione, proponendo il percorso a persone, le quali potrebbero essere interessate. D’altronde la motivazione all’adesione al gruppo scaturisce nella persona dopo aver ricevuto accoglienza e dopo aver visto l’ambiente di discussione libero e arricchente per le opinioni di ciascuno e tanti hanno ringraziato per averlo trovato, entrando a far parte del gruppo gradualmente e facendosi coinvolgere. Coltivare un rapporto in crescita, diventare amici, conoscersi a fondo sono fondamento anche di un impegno coinvolto e in miglioramento, anche nella prospettiva del lavoro che ci aspetta al congresso, della crescita della complicità, della reciproca conoscenza. L’impegno in altre attività porta anche alla presenza minore di alcuni membri, i quali fanno il possibile per esserci secondo le loro possibilità e le occasioni ed attività esterne al gruppo in quest’ottica sono ulteriori stimoli. A partire dalle spontanee partecipazioni alla messa e alla preghiera, dalla veglia di Taizè alla Via Crucis, dalle cene alle conferenze, dalla vita della diocesi a quella in centro universitario, gli appuntamenti al di fuori dell’impegno dei percorsi hanno arricchito i temi trattati, coeso il gruppo, dato spunti di riflessione personali: è fondamentale preservarli per stare insieme, conoscersi e farsi conoscere. Partecipare in tanti ai grandi eventi unisce il gruppo e dà alla federazione una spinta maggiore. Gli incontri regionali hanno avuto grande partecipazione, ma la gestione è stata per lo più amministrativa e non tematica: si deve cercare di incentivare il rapporto tra le varie sedi e creare un dialogo maggiore. Fondamentale per il suo mantenimento è stato il ruolo dei rappresentanti, incaricati regionali, nazionali e presidenti. Anche per quanto riguarda gli appuntamenti Nazionali, ottimo è stato il riscontro del Congresso a Rimini e bisogna conservare l’entusiasmo per il prossimo incontro a Padova, anche con un impegno estivo a questo fine. Naturalmente il gruppo ha un suo percorso e non dovrà farsi influenzare dall’organizzazione, per non perdere la complicità e il legame. Sarà un periodo intenso, difficile e di reciproca conoscenza. Il lavoro grande che c’è stato da parte di tutti è effetto all’esterno della forza trainante del gruppo e della motivazione con cui si è investito in esso. La proposta dell’evento pubblico deve essere specchio di questa energia e deve essere un modo per portare in città la presenza fucina, per prendere il posto che le è dato, per coinvolgere le persone che abitano e vivono a Padova. La partecipazione degli studenti può migliorare in questo senso: estendendosi meglio alle esigenze del posto, a includere gente che vive a Padova e non solo qui per il percorso universitario.
Il progetto della FUCI è caratterizzato dall’esistenza di questo percorso, che è un cammino di qualità, non casuale e fondante la federazione. I temi che vengono affrontati arricchiscono la persona e in particolare quelli di quest’anno sono stati molto belli e pieni: la legalità, con tutte le sue sfaccettature, per la prima parte vista nell’aspetto storico, giuridico, politico, per la seconda parte nell’aspetto sociale e spirituale, è stata l’argomento socio politico scelto, mentre le lezioni di Camaldoli di Salmann hanno caratterizzato per gran parte il tema spirituale, a cui è stato affiancato il libro di Ardusso. Le difficoltà sui temi sono soprattutto sull’immaginario complessivo del percorso: è difficile immaginare intuitivamente una struttura pre-organizzata all’inizio dell’anno e per questo nel socio politico individuare un filo conduttore è stato un lavoro autonomo tanto necessario, quanto a volte non riuscito. Ciò è pure dovuto al fatto che non c’è un’analisi del tema che deve riportare ad un centro argomentativo, ma deve essere trovato da soli, cogliendo anche ciò che ciascuno percepisce dai relatori. Il motivo di questo è stata, per mancanza di tempo, anche la poca condivisione delle impressioni dopo gli interventi degli esperti, perché ogni relatore ha tenuto la sua testimonianza, ma non sempre sono state raccolte le opinioni tra di noi sull’incontro con ciascuno degli invitati: è emerso che non tutti si sono attenuti alle domande proposte, che gli argomenti affrontati a volte sono andati al di fuori delle aspettative e che per questo possono sia non aver risposto al tema in questione, sia aver donato aspetti completamente nuovi e belli in sé, informazioni interessanti che fanno nascere domande stimolanti . Il filo rosso complessivo è stato personale e può essere visto alla luce dell’organizzazione degli incontri e alla fine di questi; non è stato oggetto di confronto e il fatto che ciascun relatore abbia gestito senza schemi rigidi il proprio intervento ha forse creato in alcuni confusione. Questa specie di dispersione è stata riscontrata da alcuni anche nelle bellissime lezioni di Salmann, i cui argomenti hanno riferimenti molto vasti ad ogni aspetto della cultura e sono densi di spunti, tanto che a volte il discorso sembra perdere la sua forma. Si è manifestata l’esigenza di maggiore dialogo anche tra i membri, che, per complessità e per tempo, non sempre hanno potuto prepararsi all’incontro o voluto esprimere la propria opinione in merito. Per avere un momento di confronto maggiore si è pensato di riorganizzare il momento spirituale: le registrazioni e i testi devono essere alla portata del tempo esiguo che il gruppo ha a disposizione. A proposito della gestione si è proposto di dedicare al tema spirituale più incontri, perché risponde meglio alle esigenze dei membri e regala una profondità ed entusiasmo, e si è riflettuto anche di come pregare insieme: la preghiera è fondamentale e non può essere confinata agli estremi e il momento da dedicarle deve essere indipendente dalle attività organizzate. Si è proposto di aggiungere alle riflessioni sul Vangelo anche dei momenti più spirituali, fatti di canto e preghiera insieme.
Il tema universitario è stato trascurato e in particolare si è manifestata l’esigenza di confrontarsi maggiormente sul percorso studi personale, sulle difficoltà nell’ambiente universitario. Abitualmente il tema universitario presenta due possibili orientamenti: quello interdisciplinare, sul modo di studiare e sull’appassionamento allo studio, quello globale, sul modo di guardare l’università, sulla consapevolezza dell’organizzazione e di quello che vi accade e sul compito della partecipazione. Nei momenti più liberi, di condivisione e ludici è emersa l’esigenza di un maggiore confronto dal punto di vista individuale circa l’università e le proprie esperienze nello studio. I temi socio-politico e spirituale completano la persona, le danno un punto di vista più aperto dell’interesse al proprio studio soltanto, la fanno uscire dal ritmo universitario; in più adesso si vuole comunicare le proprie conoscenze nell’ottica di un dialogo. Come per alcuni, nell’ambito umanitario, è bello ritrovarsi negli argomenti trattati con i temi, sarebbe bello poter condividere alcuni aspetti di ciascun percorso di studi. Un’idea quindi per l’anno prossimo sarebbe quella di fare degli incontri dedicati, nel tema universitario, alle singole facoltà e competenze di ciascuno. Forte è l’esigenza di portare la parte scientifica a condivisione, a non vederla confinata a se stessa, ma renderla dilettevole, interessante, arricchente, come può esserlo una umanistica.
Con questo non si vuole distinguere tra le materie, poiché l’uomo è riassunto dei vari sguardi che ha sulla realtà. Non si vuole essere effetto dell’assolutizzazione della ragione umana. Bisogna curarsi dell’interiorità, abbiamo bisogno di discorsi concreti, crediamo nella verità della nostra vita in tutti i suoi aspetti, non c’è astrattismo nella condivisione di un pensiero. Anche all’interno della Chiesa stanno cambiando molti aspetti: sembra che una nuova primavera ne stia cambiando il modo di viverla e la sta mettendo in difficoltà, ma “Se tutto ciò non è facile, è segno di grazia”. Il tema che la guida è la fede oggi: la spiritualità che può nascere da ciascuno, dalle persone più impensate, apre l’orizzonte e abbatte la pretesa di possesso e dell’autosufficienza. “Camminare con la Chiesa è un dono” , non si può sostituire Dio con la propria bravura, bisogna umilmente allargare la propria visione, per poter intercalare la Chiesa nella società. L’immiserimento spirituale e la disumanizzazione di questa devono essere conosciuti perché ci si possa immergere, senza però avere la pretesa, con le conoscenze, di cambiarla. La durezza può essere affrontata solo con le esperienze spirituali, perché esse nutrono la vita. La conversione del cuore non deve essere seppellita dalle conoscenze e può essere fatto mettendosi sempre in discussione. Non bisogna chiudersi in se stessi, l’errore di bastarsi e di evitare uno scambio è grande. Interiorizzare non è accettazione pura di questa modernità, ma è cercare in profondità fino a capire cosa manca. Siamo responsabili per primi del comportamento che gli altri hanno nei nostri confronti e per questo bisogna lasciare spazio al che la vita altrui si sviluppi accanto alla nostra. Con questo però bisogna ricordarsi che la chiesa cambia con noi, che bisogna amare, “Servire e servirsi della Chiesa”, la quale non teme chi se ne serve, perché è nata per donarsi.
Infine la verifica, che è stata “momento di verità per restituire il proprio vissuto”, si è conclusa con alcune informazioni circa le scadenze per i bandi per le borse dell’università per i progetti e la preghiera insieme della Compieta.