Abbiamo ripreso il discorso iniziato lo scorso mercoledì sull’enciclica Deus Caritas Est a partire dal punto 9.
La novità della fede biblica
I concetti principali di questa parte sono: la nuova immagine di Dio e la nuova immagine dell’uomo.
Per quanto riguarda il primo punto, Dio si presenta come un Dio di amore, che stabilisce con il suo popolo eletto, Israele, un rapporto personale e diretto. L’amore di cui si parla è qualificato sia come eros che come agape, spesso descritto con vocaboli propri del matrimonio, caratterizzato anche da gratuità e perdono; quest’ultimo anche se spesso è l’uomo che tradisce Dio.
Dio tiene anche a sottolineare di essere l’unico vero Dio di tutti gli uomini; affermazione che fa nascere alcune problematiche.
La nuova immagine dell’uomo ne fa emergere la sua incompletezza: per questo Dio gli mette a fianco la donna e lo fa non per punizione, ma perchè ama l’uomo e vuole quindi il suo bene.
Come accennato prima, da questi primi capitoli sono emerse alcune questioni:
Come conciliare con altre religioni e filosofie il fatto che vi è un solo Dio e che esso è il Dio di tutti?
Dio ama il suo popolo e per mezzo di ciò avviene la salvezza; ma crediamo veramente che Dio salvi l’umanità o ne abbiamo bisogno per qualcosa di più personale?
Per quanto riguarda la prima domanda, con le religioni monoteistiche non ci sono grossi problemi in quanto ognuna riconosce l’altra; la differenza sta nel modo in cui si ritiene che Dio si sia rivelato e nel fatto che Dio, nella religione cristiana, si sia fatto uomo; questa stretta vicinanza sarebbe impensabile per un musulmano . Il problema è invece molto sentito con chi non riconosce l’esistenza di un Dio.
Per la seconda domanda si vede che il popolo di Israele è rappresentativo dell’umanità intera e le azioni che Dio compie nei suoi confronti sono un’anticipazione di quelle che fa a tutti; anche il fatto che Israele fosse il popolo più piccolo e debole è significativo: il messaggio di Dio è rivolto a tutti, in particolare ai più deboli.
Gesù Cristo – l’amore incarnato da Dio
Il concetto di fondo è il seguente: l’amore di Dio non è solo qualcosa di annunciato, ma si concretizza in Cristo.
Anche questa parte ha sollevato alcuni dubbi e riflessioni:
“Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua forma più radicale”.
Se l’amore richiede anche di lasciare da parte se stessi, la propria felicità fino a rivolgersi contro si sè, quanto di ciò che chiamiamo amore lo è veramente?
E’ difficile applicare questo nella vita quotidiana poichè il nostro fine ultimo è spesso la nostra felicità, la nostra soddisfazione personale, non l’amore incondizionato.
“Se il mondo antico aveva sognato che, in fondo, vero cibo dell’uomo – ciò di cui egli come uomo vive – fosse il Logos, la sapienza eterna, adesso questo Logos è diventato veramente per noi nutrimento – come amore”.
Dio si fa carne attraverso Gesù e ritorna nell’Eucaristia: quanto siamo convinti che il vero nutrimento sia Dio? non si cerca spesso di conciliarlo con altro, come una tra le tante cose in cui siamo presi quotidianamente?
“Il sacramento ha un carattere sociale”.
Caratteristica del cristiano dovrebbe essere l’attenzione verso il “prossimo”, con cui si indicano tutte le persone che possono usufruire dell’amore. Ma quante volte questo “prossimo” rimane un concetto astratto per noi?
Amore di Dio e amore del prossimo
Il Papa riprende il comandamento dell’amore e chiede se si può amare Dio anche senza vederlo e se si può comandare l’amore stesso. La Scrittura va contro questa concezione di amore come solo sentimento e risponde anche alla prima domanda: è infatti possibile veder Dio negli uomini, nel prossimo, attraverso l’ascolto della Parola; non è possibile amare qualcosa che non si vede, se non si amano le cose che si vedono e toccano. Ma questo richiede impegno, quindi l’amore non è un solo sentimento, che può esserci come può non esserci, poichè impegno richiede volontà. Questo è ad esempio legato al concetto di fedeltà: spesso ci sono periodi in cui si vorrebbe fuggire, tradire; però la volontà impedisce di farlo. E questo non sarebbe possibile se si riducesse l’amore a solo eros.
L’amore è maturo quando coinvolge totalmente l’uomo e l’amore per il prossimo è diretta conseguenza di quello verso Dio; infatti succede anche nella vita di tutti i giorni che diventa capace di gesti d’amore che lo ha sperimentato per primo su di sè.
Scritto da nicolo il gennaio 20 2008 22:31:16
La novità della fede biblica
I concetti principali di questa parte sono: la nuova immagine di Dio e la nuova immagine dell’uomo.
Per quanto riguarda il primo punto, Dio si presenta come un Dio di amore, che stabilisce con il suo popolo eletto, Israele, un rapporto personale e diretto. L’amore di cui si parla è qualificato sia come eros che come agape, spesso descritto con vocaboli propri del matrimonio, caratterizzato anche da gratuità e perdono; quest’ultimo anche se spesso è l’uomo che tradisce Dio.
Dio tiene anche a sottolineare di essere l’unico vero Dio di tutti gli uomini; affermazione che fa nascere alcune problematiche.
La nuova immagine dell’uomo ne fa emergere la sua incompletezza: per questo Dio gli mette a fianco la donna e lo fa non per punizione, ma perchè ama l’uomo e vuole quindi il suo bene.
Come accennato prima, da questi primi capitoli sono emerse alcune questioni:
Come conciliare con altre religioni e filosofie il fatto che vi è un solo Dio e che esso è il Dio di tutti?
Dio ama il suo popolo e per mezzo di ciò avviene la salvezza; ma crediamo veramente che Dio salvi l’umanità o ne abbiamo bisogno per qualcosa di più personale?
Per quanto riguarda la prima domanda, con le religioni monoteistiche non ci sono grossi problemi in quanto ognuna riconosce l’altra; la differenza sta nel modo in cui si ritiene che Dio si sia rivelato e nel fatto che Dio, nella religione cristiana, si sia fatto uomo; questa stretta vicinanza sarebbe impensabile per un musulmano . Il problema è invece molto sentito con chi non riconosce l’esistenza di un Dio.
Per la seconda domanda si vede che il popolo di Israele è rappresentativo dell’umanità intera e le azioni che Dio compie nei suoi confronti sono un’anticipazione di quelle che fa a tutti; anche il fatto che Israele fosse il popolo più piccolo e debole è significativo: il messaggio di Dio è rivolto a tutti, in particolare ai più deboli.
Gesù Cristo – l’amore incarnato da Dio
Il concetto di fondo è il seguente: l’amore di Dio non è solo qualcosa di annunciato, ma si concretizza in Cristo.
Anche questa parte ha sollevato alcuni dubbi e riflessioni:
“Nella sua morte in croce si compie quel volgersi di Dio contro se stesso nel quale Egli si dona per rialzare l’uomo e salvarlo – amore, questo, nella sua forma più radicale”.
Se l’amore richiede anche di lasciare da parte se stessi, la propria felicità fino a rivolgersi contro si sè, quanto di ciò che chiamiamo amore lo è veramente?
E’ difficile applicare questo nella vita quotidiana poichè il nostro fine ultimo è spesso la nostra felicità, la nostra soddisfazione personale, non l’amore incondizionato.
“Se il mondo antico aveva sognato che, in fondo, vero cibo dell’uomo – ciò di cui egli come uomo vive – fosse il Logos, la sapienza eterna, adesso questo Logos è diventato veramente per noi nutrimento – come amore”.
Dio si fa carne attraverso Gesù e ritorna nell’Eucaristia: quanto siamo convinti che il vero nutrimento sia Dio? non si cerca spesso di conciliarlo con altro, come una tra le tante cose in cui siamo presi quotidianamente?
“Il sacramento ha un carattere sociale”.
Caratteristica del cristiano dovrebbe essere l’attenzione verso il “prossimo”, con cui si indicano tutte le persone che possono usufruire dell’amore. Ma quante volte questo “prossimo” rimane un concetto astratto per noi?
Amore di Dio e amore del prossimo
Il Papa riprende il comandamento dell’amore e chiede se si può amare Dio anche senza vederlo e se si può comandare l’amore stesso. La Scrittura va contro questa concezione di amore come solo sentimento e risponde anche alla prima domanda: è infatti possibile veder Dio negli uomini, nel prossimo, attraverso l’ascolto della Parola; non è possibile amare qualcosa che non si vede, se non si amano le cose che si vedono e toccano. Ma questo richiede impegno, quindi l’amore non è un solo sentimento, che può esserci come può non esserci, poichè impegno richiede volontà. Questo è ad esempio legato al concetto di fedeltà: spesso ci sono periodi in cui si vorrebbe fuggire, tradire; però la volontà impedisce di farlo. E questo non sarebbe possibile se si riducesse l’amore a solo eros.
L’amore è maturo quando coinvolge totalmente l’uomo e l’amore per il prossimo è diretta conseguenza di quello verso Dio; infatti succede anche nella vita di tutti i giorni che diventa capace di gesti d’amore che lo ha sperimentato per primo su di sè.
Scritto da nicolo il gennaio 20 2008 22:31:16