Abbiamo commentato alcune parti della nota pastorale; in particolare don Marco si è soffermato a sottolineare i punti che riteneva fondamentali dei vari capitoli in cui tale nota è suddivisa.
1. Evangelizzare, impegno di sempre e di oggi
In questo capitolo viene messo in luce quanto sia importante la responsabilità di ogni cristiano a vivere con coerenza il Vangelo e a portare la propria testimonianza di fronte all’umanità intera. “Ci viene chiesto di disporci all’evangelizzazione, di non restare nel guscio di una comunità ripiegata su sè stessa e di alzare lo sguardo verso il largo, [...] affinchè ogni uomo incontri la persona di Gesù”.
Questo impegno nasce da una frase presente nel vangelo di Matteo (Mt 28,19): “andate e rendete discepoli tutti i popoli” e rappresenta una delle questioni cruciali della Chiesa in Italia oggi.
2. Comunicazione del Vangelo e parrocchia nel cambiamento
Viene sottolineata l’importanza di prendere coscienza dei cambiamenti in atto nella società. In particolare quello che viene definito “nomadismo, cioè la diversa e variata dislocazione della vita famigliare, del lavoro, delle relazioni sociali, del tempo libero...”. Questo fa sì che si possa appartenere a mondi diversi contemporaneamente, con la conseguenza che le relazioni personali e sociali soffrono e con esse anche la vitalità delle parrocchie stesse.
In questo clima cresce per contrasto l’esigenza di relazioni significative ed il bisogno del sacro, problematiche che le parrocchie devono affrontare.
Un’altra sfida è rappresentata da nuove vicende spirituali: persone non battezzate che domandano di diventare cristiane; battezzati che vivono di fatto lontani dalla Chiesa; battezzati “la cui fede è rimasta al primo stadio della formazione cristiana”.
3. Ripartire dal primo annuncio del Vangelo di Gesù
“Cristiani non si nasce, si diventa”. Affermazione scritta da Tertulliano, ma che rimane molto attuale in mezzo agli odierni processi di scristianizzazione.
Una delle sfide che viene affrontata in questo capitolo riguarda la necessità di continuare il dialogo tra fede e cultura, in particolare cercando di incidere sulla cultura complessiva della nostra società. Compito che cerca di rispondere alle domande riguardanti il senso della vita, dove esso si trovi.
8. Alla mensa della Parola e del Pane: il giorno del Signore
Tale paragrafo riguarda l’Eucaristia domenicale.
Viene sottolineata l’importanza della dimensione del silenzio, come componente essenziale della preghiere e come educazione alla preghiera stessa. L’Eucaristia deve avere un suo ritmo, senza lungaggini e senza fretta, ma caratterizzata da un equilibrio tra parola, canto e silenzio.
13. Una casa aperta alla speranza
In questa parte ci si sofferma su alcuni atteggiamenti che dovrebbero essere presenti nelle nostre parrocchie.
Il primo è l’ospitalità, ovvero la possibilità di esprimere il proprio disagio, le proprie attese nutrite nei confronti cella Chiesa, in un clima di dialogo.
La parrocchia non deve chiudersi in sè stessa e necessita di “credenti laici che sappiano stare dentro al mondo e tra la gente in modo significativo”.
Scritto da Bianca il aprile 20 2007 22:44:52
1. Evangelizzare, impegno di sempre e di oggi
In questo capitolo viene messo in luce quanto sia importante la responsabilità di ogni cristiano a vivere con coerenza il Vangelo e a portare la propria testimonianza di fronte all’umanità intera. “Ci viene chiesto di disporci all’evangelizzazione, di non restare nel guscio di una comunità ripiegata su sè stessa e di alzare lo sguardo verso il largo, [...] affinchè ogni uomo incontri la persona di Gesù”.
Questo impegno nasce da una frase presente nel vangelo di Matteo (Mt 28,19): “andate e rendete discepoli tutti i popoli” e rappresenta una delle questioni cruciali della Chiesa in Italia oggi.
2. Comunicazione del Vangelo e parrocchia nel cambiamento
Viene sottolineata l’importanza di prendere coscienza dei cambiamenti in atto nella società. In particolare quello che viene definito “nomadismo, cioè la diversa e variata dislocazione della vita famigliare, del lavoro, delle relazioni sociali, del tempo libero...”. Questo fa sì che si possa appartenere a mondi diversi contemporaneamente, con la conseguenza che le relazioni personali e sociali soffrono e con esse anche la vitalità delle parrocchie stesse.
In questo clima cresce per contrasto l’esigenza di relazioni significative ed il bisogno del sacro, problematiche che le parrocchie devono affrontare.
Un’altra sfida è rappresentata da nuove vicende spirituali: persone non battezzate che domandano di diventare cristiane; battezzati che vivono di fatto lontani dalla Chiesa; battezzati “la cui fede è rimasta al primo stadio della formazione cristiana”.
3. Ripartire dal primo annuncio del Vangelo di Gesù
“Cristiani non si nasce, si diventa”. Affermazione scritta da Tertulliano, ma che rimane molto attuale in mezzo agli odierni processi di scristianizzazione.
Una delle sfide che viene affrontata in questo capitolo riguarda la necessità di continuare il dialogo tra fede e cultura, in particolare cercando di incidere sulla cultura complessiva della nostra società. Compito che cerca di rispondere alle domande riguardanti il senso della vita, dove esso si trovi.
8. Alla mensa della Parola e del Pane: il giorno del Signore
Tale paragrafo riguarda l’Eucaristia domenicale.
Viene sottolineata l’importanza della dimensione del silenzio, come componente essenziale della preghiere e come educazione alla preghiera stessa. L’Eucaristia deve avere un suo ritmo, senza lungaggini e senza fretta, ma caratterizzata da un equilibrio tra parola, canto e silenzio.
13. Una casa aperta alla speranza
In questa parte ci si sofferma su alcuni atteggiamenti che dovrebbero essere presenti nelle nostre parrocchie.
Il primo è l’ospitalità, ovvero la possibilità di esprimere il proprio disagio, le proprie attese nutrite nei confronti cella Chiesa, in un clima di dialogo.
La parrocchia non deve chiudersi in sè stessa e necessita di “credenti laici che sappiano stare dentro al mondo e tra la gente in modo significativo”.
Scritto da Bianca il aprile 20 2007 22:44:52