L’incontro è stato tenuto da don Marco.
Dopo aver letto il brano scelto, che riguarda la vicenda di Stefano, siamo partiti da due domande:
- cosa di questa lettura sentiamo come estraneo?
- cosa sentiamo centrare con la nostra esperienza?
I primi versetti (8, 15) sono parsi strani a molti, per il fatto che Stefano viene presentato come di natura divina, compie miracoli, ha il volto come quello di un angelo.Anche il versetto 54 è estraneo alla nostra comune esperienza: di solito chi non crede mostra indifferenza, più che indignazione.
Le parti che alcuni sentivano più vicine sono i versetti 59-60, dove Stefano chiede sostegno a Dio nel momento della prova.
Abbiamo quindi analizzato il testo ed avviato un dibattito sul tema della testimonianza e del martirio, attualizzato ai giorni nostri.
Gli apostoli annunciano il kerigma, ovvero Gesù figlio di Dio, venuto sulla terra, morto e risorto. Anche Stefano presenta la storia della salvezza in chiave messianica. La reazioni dei suoi uditori non è positiva: essi non comprendono e soprattutto non accettano il messaggio, che suona come bestemmia perchè contro la loro concezione di Dio.
La vicenda di Stefano ricalca la morte di Gesù, come a dire che questo è ciò a cui andranno incontro i discepoli, i testimoni.
Nell’ultima parte si parla di una persecuzione contro i cristiani, che ne causa la loro dispersione: proprio questa vicenda dolorosa è il seme fecondo per la diffusione del cristianesimo fuori da Gerusalemme.
Anche oggi possiamo trovarci in situazioni di “persecuzione”. Abbiamo quindi provato a vedere quali possono essere.
Un primo esempio è la costruzione ad opera dei media e dei giornali di un nemico per attaccarlo, ad esempio riportando parti frasi che tolte dal loro contesto risultano snaturate e sono facile causa di incomprensioni. Come ai tempi di Stefano, anche oggi la menzogna può causare numerosi problemi.
Nella nostra piccola vita di tutti i giorni si può invece parlare di un “martitio psicologico”, nel senso che spesso non in tutti gli ambienti ci si comporta alla stessa maniera o si afferma quello in cui si crede, per paura dei giudizi altrui, veri o presunti. Oppure quando ci si trova a fare delle scelte che ci obbligano a giungere a compromessi che non vorremmo con certi valori a cui crediamo.
Anche l’indifferenza può essere a volte una forma di martirio, perchè è un affermare che non si vuole un confronto, si tratta la Fede come una questione già stata affrontata (sarà vero?) e messa via.
Scritto da Bianca il maggio 22 2007 21:39:59
Dopo aver letto il brano scelto, che riguarda la vicenda di Stefano, siamo partiti da due domande:
- cosa di questa lettura sentiamo come estraneo?
- cosa sentiamo centrare con la nostra esperienza?
I primi versetti (8, 15) sono parsi strani a molti, per il fatto che Stefano viene presentato come di natura divina, compie miracoli, ha il volto come quello di un angelo.Anche il versetto 54 è estraneo alla nostra comune esperienza: di solito chi non crede mostra indifferenza, più che indignazione.
Le parti che alcuni sentivano più vicine sono i versetti 59-60, dove Stefano chiede sostegno a Dio nel momento della prova.
Abbiamo quindi analizzato il testo ed avviato un dibattito sul tema della testimonianza e del martirio, attualizzato ai giorni nostri.
Gli apostoli annunciano il kerigma, ovvero Gesù figlio di Dio, venuto sulla terra, morto e risorto. Anche Stefano presenta la storia della salvezza in chiave messianica. La reazioni dei suoi uditori non è positiva: essi non comprendono e soprattutto non accettano il messaggio, che suona come bestemmia perchè contro la loro concezione di Dio.
La vicenda di Stefano ricalca la morte di Gesù, come a dire che questo è ciò a cui andranno incontro i discepoli, i testimoni.
Nell’ultima parte si parla di una persecuzione contro i cristiani, che ne causa la loro dispersione: proprio questa vicenda dolorosa è il seme fecondo per la diffusione del cristianesimo fuori da Gerusalemme.
Anche oggi possiamo trovarci in situazioni di “persecuzione”. Abbiamo quindi provato a vedere quali possono essere.
Un primo esempio è la costruzione ad opera dei media e dei giornali di un nemico per attaccarlo, ad esempio riportando parti frasi che tolte dal loro contesto risultano snaturate e sono facile causa di incomprensioni. Come ai tempi di Stefano, anche oggi la menzogna può causare numerosi problemi.
Nella nostra piccola vita di tutti i giorni si può invece parlare di un “martitio psicologico”, nel senso che spesso non in tutti gli ambienti ci si comporta alla stessa maniera o si afferma quello in cui si crede, per paura dei giudizi altrui, veri o presunti. Oppure quando ci si trova a fare delle scelte che ci obbligano a giungere a compromessi che non vorremmo con certi valori a cui crediamo.
Anche l’indifferenza può essere a volte una forma di martirio, perchè è un affermare che non si vuole un confronto, si tratta la Fede come una questione già stata affrontata (sarà vero?) e messa via.
Scritto da Bianca il maggio 22 2007 21:39:59