Mercoledì 20 marzo 2013, ore 18.30.
Il nostro ospite non ha avuto la possibilità di essere presente. I presidenti si sono prodigati a trovare il materiale per un incontro sul tema della pena. I testi su cui abbiamo discusso sono sezioni di un manuale di Storia del diritto penale, di “Dei delitti e delle pene” di Beccaria e un secondo manuale di Diritto Penale.
Per la prima sezione, in cui viene presentata una quadro generale delle pene esistite ed esistenti, ci siamo soffermati ad osservare quanto sia importante che la pena sia equa rispetto al reato commesso. Confrontando le norme vigenti in Italia con quelle di altre nazioni, abbiamo osservato che c’è un netto divario sull’interpretazione di tale rapporto: lo stesso reato viene punito in maniera più o meno grave in base allo stato. Di qui la discussione si è mossa sulla generazione della generare paura per disciplinare il cittadino, sulla maturità di un popolo a rispettare la legge, sull’importanza della dignità umana anche nella pena. La comunicazione della pena non solo come informazione ma come minaccia, l’umiliazione pubblica e il lavoro forzato come idee punitive fino a che punto sono educativi per l’imputato e per l’osservante, a che misura tutelano il cittadino e fino a quale livello ledono alla dignità umana? L’offesa dell’uomo non è ammissibile in sé, e la paura di essere offesi è forse quella che genera più rispetto della legge. C’è bisogno di un’educazione morale di fondo, non si può basare sulla paura la capacità di un uomo di comportarsi secondo le norme. Si può ammettere una pena per la sicurezza pubblica o per incidere sulla probabilità di reato? La pena di morte come minaccia è obsoleta, ed essa garantisce la sicurezza dei poliziotti in alcuni stati. Quanto è maturo un popolo perché si possa creare una legge che venga rispettata? La legge può essere funzionale alla pratica o essa ne prescinde? Quali sono i mezzi che l’uomo ha? Il carcere è un rimedio o un ostacolo? L’isolamento è un metodo giusto? è efficiente?
Nella seconda sezione, relativa al testo di Beccaria, abbiamo condiviso lettura di alcune selezioni del testo; ecco le frasi su cui abbiamo riflettuto:
(1) La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascheduno forma la sovranità di una nazione.
(2) Ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall'assoluta necessità è tirannico.
(6) Vi deve essere una proporzione fra i delitti e le pene.
(7) La gravezza del peccato dipende dalla imperscrutabile malizia del cuore.
(12) Quelle pene dunque e quel metodo d'infliggerle deve esser prescelto che, serbata la proporzione, farà una impressione più efficace e più durevole sugli animi degli uomini, e la meno tormentosa sul corpo del reo.
(19) Quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile.
In seguito Chiara ha letto per noi un pezzo in cui vengono confrontati due imputati: quanto è importante l’essere colpevole in relazione all’essere punito, l’essere punito con una pena di eguale misura al reato, il condividere con qualcun altro la stessa pena per un reato diverso.
Per la terza sezione abbiamo letto dal manuale di diritto penale la definizione di pena, il modo con cui viene caratterizzata (personale, disciplinata dalla legge, proporzionata la reato), la distinzione dei tipi di pena esistenti, dalla morte al libertà controllata, dall’interdizione dai pubblici uffici alla pubblicazione della sentenza, la determinazione della pena, in base alla gravità del reato e alle capacità a delinquere del colpevole, la determinazione pena pecuniaria, sulla base delle condizioni economiche del reo.
E’ importante confrontarsi sull’attuazione delle norme morali attraverso la legge: tanti spunti sono stati osservati su ciò che sarebbe giusto, vederne la formalizzazione deve poter suscitare un bisogno di verifica della corrispondenza e della realizzabilità di questa.
Dopo la riunione siamo andati nella chiesa di Santa Caterina ad assistere alla veglia Taizé.
Note tecniche:
-sono aperte le iscrizioni all’incontro di Rimini,
- mercoledì prossimo parteciperemo alla Via Crucis alle ore 19.00 come gruppo, in sostituzione dell’incontro spirituale.
Il nostro ospite non ha avuto la possibilità di essere presente. I presidenti si sono prodigati a trovare il materiale per un incontro sul tema della pena. I testi su cui abbiamo discusso sono sezioni di un manuale di Storia del diritto penale, di “Dei delitti e delle pene” di Beccaria e un secondo manuale di Diritto Penale.
Per la prima sezione, in cui viene presentata una quadro generale delle pene esistite ed esistenti, ci siamo soffermati ad osservare quanto sia importante che la pena sia equa rispetto al reato commesso. Confrontando le norme vigenti in Italia con quelle di altre nazioni, abbiamo osservato che c’è un netto divario sull’interpretazione di tale rapporto: lo stesso reato viene punito in maniera più o meno grave in base allo stato. Di qui la discussione si è mossa sulla generazione della generare paura per disciplinare il cittadino, sulla maturità di un popolo a rispettare la legge, sull’importanza della dignità umana anche nella pena. La comunicazione della pena non solo come informazione ma come minaccia, l’umiliazione pubblica e il lavoro forzato come idee punitive fino a che punto sono educativi per l’imputato e per l’osservante, a che misura tutelano il cittadino e fino a quale livello ledono alla dignità umana? L’offesa dell’uomo non è ammissibile in sé, e la paura di essere offesi è forse quella che genera più rispetto della legge. C’è bisogno di un’educazione morale di fondo, non si può basare sulla paura la capacità di un uomo di comportarsi secondo le norme. Si può ammettere una pena per la sicurezza pubblica o per incidere sulla probabilità di reato? La pena di morte come minaccia è obsoleta, ed essa garantisce la sicurezza dei poliziotti in alcuni stati. Quanto è maturo un popolo perché si possa creare una legge che venga rispettata? La legge può essere funzionale alla pratica o essa ne prescinde? Quali sono i mezzi che l’uomo ha? Il carcere è un rimedio o un ostacolo? L’isolamento è un metodo giusto? è efficiente?
Nella seconda sezione, relativa al testo di Beccaria, abbiamo condiviso lettura di alcune selezioni del testo; ecco le frasi su cui abbiamo riflettuto:
(1) La somma di tutte queste porzioni di libertà sacrificate al bene di ciascheduno forma la sovranità di una nazione.
(2) Ogni atto di autorità di uomo a uomo che non derivi dall'assoluta necessità è tirannico.
(6) Vi deve essere una proporzione fra i delitti e le pene.
(7) La gravezza del peccato dipende dalla imperscrutabile malizia del cuore.
(12) Quelle pene dunque e quel metodo d'infliggerle deve esser prescelto che, serbata la proporzione, farà una impressione più efficace e più durevole sugli animi degli uomini, e la meno tormentosa sul corpo del reo.
(19) Quanto la pena sarà più pronta e più vicina al delitto commesso, ella sarà tanto più giusta e tanto più utile.
In seguito Chiara ha letto per noi un pezzo in cui vengono confrontati due imputati: quanto è importante l’essere colpevole in relazione all’essere punito, l’essere punito con una pena di eguale misura al reato, il condividere con qualcun altro la stessa pena per un reato diverso.
Per la terza sezione abbiamo letto dal manuale di diritto penale la definizione di pena, il modo con cui viene caratterizzata (personale, disciplinata dalla legge, proporzionata la reato), la distinzione dei tipi di pena esistenti, dalla morte al libertà controllata, dall’interdizione dai pubblici uffici alla pubblicazione della sentenza, la determinazione della pena, in base alla gravità del reato e alle capacità a delinquere del colpevole, la determinazione pena pecuniaria, sulla base delle condizioni economiche del reo.
E’ importante confrontarsi sull’attuazione delle norme morali attraverso la legge: tanti spunti sono stati osservati su ciò che sarebbe giusto, vederne la formalizzazione deve poter suscitare un bisogno di verifica della corrispondenza e della realizzabilità di questa.
Dopo la riunione siamo andati nella chiesa di Santa Caterina ad assistere alla veglia Taizé.
Note tecniche:
-sono aperte le iscrizioni all’incontro di Rimini,
- mercoledì prossimo parteciperemo alla Via Crucis alle ore 19.00 come gruppo, in sostituzione dell’incontro spirituale.